Fenomeno

Fenomeno (gr. phainesthai, manifestarsi, apparire)

È ciò che si manifesta o appare a un essere capace di esperienza, qual è l’uomo.
In Platone, (—) è l’apparenza delle cose sensibili. Tale apparenza è ingannevole: per il filosofo greco, la conoscenza del mondo sensibile e mutevole è solo un’opinione (doxa). La conoscenza vera, razionale o scientifica (episteme) è invece quella delle idee (i modelli eterni delle cose sensibili).
Aristotele
intende per (—) ciò che si manifesta direttamente ai sensi, ossia i dati dell’osservazione.
Nel 1700 comincia a operarsi, in filosofia, la distinzione tra gli oggetti come appaiono all’uomo e le «cose in se stesse», cioè quali sono indipendentemente dalla conoscenza umana.
In questa prospettiva, (—) è la realtà quale a noi si manifesta nei modi della nostra struttura conoscitiva. Il filosofo tedesco I. Kant ha teorizzato in modo decisivo nella Critica della ragion pura (1781) la distinzione tra (—) e cosa in sé (o noumeno: cosa pensata nella sua autonoma esistenza), ponendola alla base della sua filosofia (detta criticismo, perché intende interrogarsi sul fondamento e i limiti della conoscenza).
Per Kant il (—) è sempre relativo al soggetto conoscente, è rappresentazione tramite le due forme dell’intuizione (spazio e tempo) e le dodici categorie dell’intelletto. L’uomo conosce solo il (—), gli oggetti ordinati, appunto secondo i suoi modi o forme di conoscenza: non potrà mai conoscere una qualsiasi cosa in sé.
Il (—), secondo Kant, ha una specifica validità oggettiva: tutti gli intelletti conformati come il nostro si rappresentano la realtà allo stesso modo (tramite le medesime forme).