Engels, Friedrich
Engels, Friedrich (1820 - 1895)
Filosofo tedesco e teorico del socialismo. Di famiglia benestante, entrò a Berlino in contatto con i giovani della sinistra hegeliana (Strauss, Bauer, Stirner, Ruge). Nel 1842 incontrò a Colonia per la prima volta Marx, col quale iniziò una lunga collaborazione e del quale divulgò il pensiero sotto l’aspetto politico, filosofico ed economico. Insieme scrissero La sacra famiglia (1844), L’ideologia tedesca (1845-46), contenente i capisaldi del materialismo storico e il Manifesto del partito comunista (1848). Scrisse, inoltre, lavori storici: La guerra dei contadini in Germania (1850) e L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato (1884).
In quest’ultima opera in particolare, (—) intravide nella polis ateniese un tipico modello di formazione dello Stato in generale.
Nel 1878 scrisse La scienza sovvertita dal signor Eugenio Dühring o Antidühring, che costituisce un’opera in cui sono espressi i capisaldi del socialismo scientifico ed in cui vennero trasfusi i principi essenziali contenuti nel Manifesto e nel Capitale.
Nell’introduzione al saggio di Marx Le lotte di classe in Francia (scritto nel 1850 ma ripubblicato nel 1895), (—) riconobbe nelle istituzioni democratiche borghesi gli strumenti idonei ad assicurare una pacifica transizione al socialismo. Nella Germania dell’ultimo Ottocento, infatti, il ricorso ad esperienze rivoluzionarie e violente appariva inutile, sia perché la borghesia era in grado di ostacolare qualsiasi iniziativa pericolosa, sia perché il partito socialista aveva ormai conquistato una notevole importanza nello scenario politico. Le organizzazioni operaie, attraverso una rappresentanza nelle diverse Diete, nei consigli comunali e dei probiviri si rafforzarono a tal punto che il ricorso alla ribellione del proletariato in Germania appariva del tutto superfluo.
La fiducia nel passaggio pacifico ad una nuova società venne sostenuta da (—) nella Critica del programma di Erfurt (1891-92).
Filosofo tedesco e teorico del socialismo. Di famiglia benestante, entrò a Berlino in contatto con i giovani della sinistra hegeliana (Strauss, Bauer, Stirner, Ruge). Nel 1842 incontrò a Colonia per la prima volta Marx, col quale iniziò una lunga collaborazione e del quale divulgò il pensiero sotto l’aspetto politico, filosofico ed economico. Insieme scrissero La sacra famiglia (1844), L’ideologia tedesca (1845-46), contenente i capisaldi del materialismo storico e il Manifesto del partito comunista (1848). Scrisse, inoltre, lavori storici: La guerra dei contadini in Germania (1850) e L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato (1884).
In quest’ultima opera in particolare, (—) intravide nella polis ateniese un tipico modello di formazione dello Stato in generale.
Nel 1878 scrisse La scienza sovvertita dal signor Eugenio Dühring o Antidühring, che costituisce un’opera in cui sono espressi i capisaldi del socialismo scientifico ed in cui vennero trasfusi i principi essenziali contenuti nel Manifesto e nel Capitale.
Nell’introduzione al saggio di Marx Le lotte di classe in Francia (scritto nel 1850 ma ripubblicato nel 1895), (—) riconobbe nelle istituzioni democratiche borghesi gli strumenti idonei ad assicurare una pacifica transizione al socialismo. Nella Germania dell’ultimo Ottocento, infatti, il ricorso ad esperienze rivoluzionarie e violente appariva inutile, sia perché la borghesia era in grado di ostacolare qualsiasi iniziativa pericolosa, sia perché il partito socialista aveva ormai conquistato una notevole importanza nello scenario politico. Le organizzazioni operaie, attraverso una rappresentanza nelle diverse Diete, nei consigli comunali e dei probiviri si rafforzarono a tal punto che il ricorso alla ribellione del proletariato in Germania appariva del tutto superfluo.
La fiducia nel passaggio pacifico ad una nuova società venne sostenuta da (—) nella Critica del programma di Erfurt (1891-92).