Diritto naturale
Diritto naturale
Complesso di norme non scritte, considerate universali e necessarie, preesistenti e non sempre coincidenti col diritto positivo, che fanno parte del patrimonio etico-razionale-religioso di ogni individuo e/o comunità. L’esistenza di norme di (—), anteriori ad ogni norma di diritto positivo è affermata dal giusnaturalismo.
Per (—) s’intende id quod semper aequum et bonum est, cioè un insieme di regole non sempre codificate, che trovano il proprio fondamento nei principi superiori di giustizia ed equità.
Tre sono le prospettive filosofiche in cui è stato inquadrato il (—). Per Cicerone esso è la recta ratio, cioè la razionalità immanente di ogni individuo.
Per altri, invece, è una qualità innata relativa all’individuo come essere animato (omnia animalia docent).
Per una teoria più antica, invece, l’origine del (—) è trascendente, in quanto esso deriva direttamente da Dio e/o dall’autorità religiosa.
In epoca moderna il (—) fa prevalentemente riferimento alla natura razionale dell’individuo: (—) è qualsiasi diritto che alla ragione dell’uomo si mostra autoevidente, eterno e giusto.
In età contemporanea si è fatto riferimento anche ad un (—) mutevole, coincidente con la morale generalmente riconosciuta in un determinato tempo e luogo.
La critica maggiore che in età contemporanea viene rivolta al giusnaturalismo è che l’autoevidenza ed immanenza riconosciute ai principi di diritto naturale non sono altro che pura forma: ad es. il principio «dare a ciascuno il suo» è solo apparentemente razionale ed autoevidente, dal momento che non indica affatto i parametri in base ai quali ciascuno può e deve considerare «suo per natura» un certo bene.
Complesso di norme non scritte, considerate universali e necessarie, preesistenti e non sempre coincidenti col diritto positivo, che fanno parte del patrimonio etico-razionale-religioso di ogni individuo e/o comunità. L’esistenza di norme di (—), anteriori ad ogni norma di diritto positivo è affermata dal giusnaturalismo.
Per (—) s’intende id quod semper aequum et bonum est, cioè un insieme di regole non sempre codificate, che trovano il proprio fondamento nei principi superiori di giustizia ed equità.
Tre sono le prospettive filosofiche in cui è stato inquadrato il (—). Per Cicerone esso è la recta ratio, cioè la razionalità immanente di ogni individuo.
Per altri, invece, è una qualità innata relativa all’individuo come essere animato (omnia animalia docent).
Per una teoria più antica, invece, l’origine del (—) è trascendente, in quanto esso deriva direttamente da Dio e/o dall’autorità religiosa.
In epoca moderna il (—) fa prevalentemente riferimento alla natura razionale dell’individuo: (—) è qualsiasi diritto che alla ragione dell’uomo si mostra autoevidente, eterno e giusto.
In età contemporanea si è fatto riferimento anche ad un (—) mutevole, coincidente con la morale generalmente riconosciuta in un determinato tempo e luogo.
La critica maggiore che in età contemporanea viene rivolta al giusnaturalismo è che l’autoevidenza ed immanenza riconosciute ai principi di diritto naturale non sono altro che pura forma: ad es. il principio «dare a ciascuno il suo» è solo apparentemente razionale ed autoevidente, dal momento che non indica affatto i parametri in base ai quali ciascuno può e deve considerare «suo per natura» un certo bene.