Bodin, Jean
Bodin, Jean (1529 - 1596)
Giurista, filosofo e uomo politico francese. Fu il principale teorico dell’assolutismo.
Fu professore di diritto a Tolosa e avvocato a Parigi, nonché membro degli Stati Generali.
Fra i suoi scritti ricordiamo l’Oratio de instituenda in Re publica iuventute (1559), dedicata alla formazione morale e intellettuale dei giovani e il Methodus ad facilem historiarum cognitionem (1566), in cui giudica la storia come la migliore preparazione alla politica. L’opera maggiore sono, tuttavia, i Sei Libri della Repubblica, pubblicati in francese nel 1576 e rielaborati definitivamente in latino nel 1586. In essi (—) teorizza i fondamenti della monarchia assoluta, intesa come governo giusto, ossia conforme alla legge divina e naturale. Tale governo deve avere per obiettivo non la felicità dei sudditi ma l’attuazione della morale.
La legge civile, ossia l’espressione della volontà del principe non subordinata ad alcun potere superiore, se non a quello delle leggi di Dio e della natura, non obbliga il sovrano perché «si può ben ricevere la legge da altri, ma non è possibile comandare a se stesso, così come non ci si può imporre da sé una cosa che dipende dalla propria volontà». In definitiva, il sovrano deve dare leggi ai sudditi senza essere soggetto all’autorità delle leggi proprie o dei suoi predecessori.
Il potere sovrano è perpetuo e assoluto, ma è condizionato dal diritto di proprietà dei singoli: il sovrano non è padrone dei beni dei suoi sudditi e non può fissare imposte senza il consenso degli Stati Generali.
(—) distingue tre forme di Stato: la monarchia (in cui uno solo è titolare della sovranità), l’aristocrazia (in cui il potere è nelle mani di una minoranza del popolo), la democrazia (in cui la sovranità appartiene alla maggioranza del popolo). A sua volta, la monarchia viene distinta in: regia (in cui il sovrano riconosce e rispetta il diritto naturale), signorile (in cui il principe è signore dei beni e dei sudditi) e tirannica (in cui il monarca dispone a suo piacimento dei beni e delle persone). Secondo (—) solo nella monarchia regia il governo è esercitato nell’armonica conciliazione tra potere assoluto del sovrano e libertà dei sudditi.
Infine, accanto alle forme di Stato, (—) distingue le forme di governo, determinate dal modo in cui viene esercitata la sovranità. Così, attraverso la combinazione delle forme di Stato con le forme di governo, possono delinearsi sei diverse soluzioni: monarchia democratica e monarchia aristocratica; aristocrazia democratica e aristocrazia aristocratica; democrazia aristocratica e democrazia democratica.
Giurista, filosofo e uomo politico francese. Fu il principale teorico dell’assolutismo.
Fu professore di diritto a Tolosa e avvocato a Parigi, nonché membro degli Stati Generali.
Fra i suoi scritti ricordiamo l’Oratio de instituenda in Re publica iuventute (1559), dedicata alla formazione morale e intellettuale dei giovani e il Methodus ad facilem historiarum cognitionem (1566), in cui giudica la storia come la migliore preparazione alla politica. L’opera maggiore sono, tuttavia, i Sei Libri della Repubblica, pubblicati in francese nel 1576 e rielaborati definitivamente in latino nel 1586. In essi (—) teorizza i fondamenti della monarchia assoluta, intesa come governo giusto, ossia conforme alla legge divina e naturale. Tale governo deve avere per obiettivo non la felicità dei sudditi ma l’attuazione della morale.
La legge civile, ossia l’espressione della volontà del principe non subordinata ad alcun potere superiore, se non a quello delle leggi di Dio e della natura, non obbliga il sovrano perché «si può ben ricevere la legge da altri, ma non è possibile comandare a se stesso, così come non ci si può imporre da sé una cosa che dipende dalla propria volontà». In definitiva, il sovrano deve dare leggi ai sudditi senza essere soggetto all’autorità delle leggi proprie o dei suoi predecessori.
Il potere sovrano è perpetuo e assoluto, ma è condizionato dal diritto di proprietà dei singoli: il sovrano non è padrone dei beni dei suoi sudditi e non può fissare imposte senza il consenso degli Stati Generali.
(—) distingue tre forme di Stato: la monarchia (in cui uno solo è titolare della sovranità), l’aristocrazia (in cui il potere è nelle mani di una minoranza del popolo), la democrazia (in cui la sovranità appartiene alla maggioranza del popolo). A sua volta, la monarchia viene distinta in: regia (in cui il sovrano riconosce e rispetta il diritto naturale), signorile (in cui il principe è signore dei beni e dei sudditi) e tirannica (in cui il monarca dispone a suo piacimento dei beni e delle persone). Secondo (—) solo nella monarchia regia il governo è esercitato nell’armonica conciliazione tra potere assoluto del sovrano e libertà dei sudditi.
Infine, accanto alle forme di Stato, (—) distingue le forme di governo, determinate dal modo in cui viene esercitata la sovranità. Così, attraverso la combinazione delle forme di Stato con le forme di governo, possono delinearsi sei diverse soluzioni: monarchia democratica e monarchia aristocratica; aristocrazia democratica e aristocrazia aristocratica; democrazia aristocratica e democrazia democratica.