Azione sociale
Azione sociale
Secondo la definizione fornita da M. Weber in Economia e società (1922) è l’attività di una persona che si esplica tenendo conto del significato che ad essa attribuiscono altre persone; è l’azione umana che assume un significato non solo per il soggetto che la compie ma anche per gli altri membri della stessa comunità.
E. Durkheim (1858-1917) presentava invece l’(—) al livello della coscienza collettiva. In Le regole del metodo sociologico (1895) egli definiva, infatti, l’(—) come il complesso dei modi di sentire, di pensare e di agire che dall’esterno si impongono coattivamente all’individuo.
Talcott Parsons (1902-1979) ne Il sistema sociale (1951) sottolineò la tendenza delle azioni sociali a stabilizzarsi in precise istituzioni (matrimonio, famiglia, governo, Stato).
Florian Znaniecki (1882-1958), in polemica con la dominante teoria deterministica, elaborò invece una teoria “creativa” dell’(—).
In Azione sociale (1936) egli sostenne che l’(—) come fatto creativo non resta vincolata inevitabilmente alla situazione che l’ha originata né tantomeno al fine ma si realizza col graduale modificarsi ed adottarsi del suo fine iniziale in rapporto alla situazione concreta.
Molti sociologi hanno fornito diverse classificazioni dell’(—).
Vilfredo Pareto (1848-1923) distinse tra:
— azioni logiche (in cui il soggetto ha la piena consapevolezza dell’adeguatezza dei mezzi rispetto ai fini dell’azione);
— azioni non logiche (in cui manca tale oggettiva consapevolezza);
M. Weber, inoltre, individuò le:
— azioni sociali tradizionali (tipiche della vita quotidiana e determinata da abitudini invalse dall’uso);
— azioni sociali affettive (caratterizzanti particolari momenti di partecipazione individuale o collettiva e determinate da particolari sensazioni o affetti).
La tradizionale teoria dell’(—) ha avuto negli ultimi tempi uno sbocco nella teoria dei sistemi sociali, che annovera tra i maggiori esponenti W. Buckley.
Tale teoria definisce i sistemi sociali, appunto, come interazioni regolari e istituzionalizzate in organizzazioni, associazioni e gruppi.
Secondo la definizione fornita da M. Weber in Economia e società (1922) è l’attività di una persona che si esplica tenendo conto del significato che ad essa attribuiscono altre persone; è l’azione umana che assume un significato non solo per il soggetto che la compie ma anche per gli altri membri della stessa comunità.
E. Durkheim (1858-1917) presentava invece l’(—) al livello della coscienza collettiva. In Le regole del metodo sociologico (1895) egli definiva, infatti, l’(—) come il complesso dei modi di sentire, di pensare e di agire che dall’esterno si impongono coattivamente all’individuo.
Talcott Parsons (1902-1979) ne Il sistema sociale (1951) sottolineò la tendenza delle azioni sociali a stabilizzarsi in precise istituzioni (matrimonio, famiglia, governo, Stato).
Florian Znaniecki (1882-1958), in polemica con la dominante teoria deterministica, elaborò invece una teoria “creativa” dell’(—).
In Azione sociale (1936) egli sostenne che l’(—) come fatto creativo non resta vincolata inevitabilmente alla situazione che l’ha originata né tantomeno al fine ma si realizza col graduale modificarsi ed adottarsi del suo fine iniziale in rapporto alla situazione concreta.
Molti sociologi hanno fornito diverse classificazioni dell’(—).
Vilfredo Pareto (1848-1923) distinse tra:
— azioni logiche (in cui il soggetto ha la piena consapevolezza dell’adeguatezza dei mezzi rispetto ai fini dell’azione);
— azioni non logiche (in cui manca tale oggettiva consapevolezza);
M. Weber, inoltre, individuò le:
— azioni sociali tradizionali (tipiche della vita quotidiana e determinata da abitudini invalse dall’uso);
— azioni sociali affettive (caratterizzanti particolari momenti di partecipazione individuale o collettiva e determinate da particolari sensazioni o affetti).
La tradizionale teoria dell’(—) ha avuto negli ultimi tempi uno sbocco nella teoria dei sistemi sociali, che annovera tra i maggiori esponenti W. Buckley.
Tale teoria definisce i sistemi sociali, appunto, come interazioni regolari e istituzionalizzate in organizzazioni, associazioni e gruppi.