Autonomia (della volontà)
Autonomia (della volontà)
Termine con cui Kant nella Critica della ragion pratica (1787) indica il potere della ragione umana di dare a se stessa le proprie leggi morali, prescindendo da qualsiasi condizionamento esterno.
Secondo Kant l’azione morale è valida solo se si fonda su un impulso autonomo; qualora invece l’uomo derivasse le regole del proprio agire da fattori esterni alla sua ragionalità (desideri, interessi, piaceri, volontà divina) si avrebbe eteronomia.
L’(—) non è quindi per Kant mero arbitrio ma indipendenza della volontà dell’uomo da condizionamenti esterni.
Affinché l’azione morale sia universalmente valida, deve scaturire direttamente dall’interiorità consapevole dell’uomo (Sii legge a te stesso).
Termine con cui Kant nella Critica della ragion pratica (1787) indica il potere della ragione umana di dare a se stessa le proprie leggi morali, prescindendo da qualsiasi condizionamento esterno.
Secondo Kant l’azione morale è valida solo se si fonda su un impulso autonomo; qualora invece l’uomo derivasse le regole del proprio agire da fattori esterni alla sua ragionalità (desideri, interessi, piaceri, volontà divina) si avrebbe eteronomia.
L’(—) non è quindi per Kant mero arbitrio ma indipendenza della volontà dell’uomo da condizionamenti esterni.
Affinché l’azione morale sia universalmente valida, deve scaturire direttamente dall’interiorità consapevole dell’uomo (Sii legge a te stesso).