Antinomia

Antinomia

Termine che nel diritto esprime la incompatibilità tra due norme, in quanto tra di loro contrarie (ad es. «è obbligatorio sostare davanti al cancello verde» - «è vietato sostare davanti al cancello verde») o contraddittorie (ad es. «è vietato fumare» - «è permesso fumare»).
Affinché due norme siano antinomiche, è necessario che appartengano allo stesso ordinamento e che abbiano una sfera di validità spaziale, temporale, personale e materiale identica o almeno in parte coincidente.
È convinzione diffusa nella cultura giuridica che il diritto sia per sua natura coerente e non tolleri antinomie. Tale tesi, già ravvisabile nella compilazione giustinianea, ha caratterizzato in modo particolare il giuspositivismo ottocentesco.
Altra parte della dottrina, in maniera meno radicale, ha riconosciuto che le antinomie esistono ma sono illecite e vanno risolte. A tale proposito sono stati elaborati tre criteri di soluzione, noti come:
1) criterio cronologico (la norma successiva in ordine di tempo prevale sulla precedente);
2) criterio gerarchico (la norma superiore nella gerarchia delle fonti prevale sull’inferiore);
3) criterio di specialità (la norma speciale prevale su quella generale).
Attualmente l’atteggiamento prevalente, condiviso anche da giuspositivisti, è di critica nei confronti della tesi della coerenza, considerata un’idea avulsa dalla effettiva realtà degli ordinamenti contemporanei, spesso caratterizzati da una produzione normativa caotica.
In particolare, i teorici del realismo giuridico respingono la tesi della coerenza, considerandola espressione di una concezione giuridica statualistica.