Indizio

Indizio (d. proc. pen.)
È generalmente definito prova critica, in quanto costituisce una circostanza certa dalla quale, attraverso una massima di esperienza, si deduce logicamente una conclusione circa la sussistenza od insussistenza di un fatto oggetto di accertamento processuale (ad es. se una persona viene sorpesa con in mano un coltello insanguinato, non vi è la prova che egli abbia accoltellato la vittima, se non è stato visto dal testimone, ma può desumersi che egli sia l'accoltellatore).
Nel nuovo processo penale è considerato uno dei limiti al principio generale previsto dal 1 comma dell'art. 192 c.p.p., secondo il quale il giudice è libero nella valutazione delle prove: per la utilizzazione ai fini probatori degli (—), infatti, è richiesto che questi debbano essere plurimi, gravi, precisi e concordanti, qualificazioni mutuate dall'art. 2729 c.c., in tema di presunzioni semplici. Il carattere della gravità degli (—) attiene alla misura della capacità dimostrativa ed esprime l'elevata probabilità di derivazione dal fatto noto di quello ignoto, in cui si identifica il tema di prova. La precisione degli (—) designa la loro idoneità a far desumere il fatto non conosciuto e varia in relazione inversa alla loro equivocità, nel senso che (—) precisi sono quelli che consentono un ristretto numero di interpretazioni tra le quali è inclusa quella pertinente al fatto da provare. La concordanza degli (—) indica, poi, la loro convergenza verso l'identico risultato ed è qualificata dalle interazioni riscontrabili tra una pluralità di (—) gravi e precisi, i quali, pur essendo da soli insufficienti ad una determinata conclusione, acquistano il carattere dell'univocità in ragione del reciproco collegamento e della loro simultanea convergenza in una medesima direzione, assumendo i caratteri della prova e dell'efficacia dimostrativa che a questa inerisce.