Fumo passivo
Fumo passivo [tutela dal] (d. civ.; d. amm.)
Il () è un fattore di rischio per la salute delle persone che, pur non essendo fumatori attivi, sono esposte ugualmente ai danni cagionati dal fumo per il fatto di condividere con fumatori ambienti comuni.
In linea con le indicazioni dell'O.m.s., gli interventi di carattere legislativo rappresentano uno degli strumenti di salute pubblica pi ù efficaci nella lotta al tabagismo. In particolare, le misure che tutelano i non fumatori dal fumo passivo, ovvero i divieti di fumo, hanno effetti positivi sia sui non fumatori che sui fumatori.
La prima normativa a tutela dei non fumatori risale al 1975. La L. 584/1995 ( Divieto di fumare in determinati locali e sui mezzi di trasporto pubblico ) stabiliva il divieto di fumare in alcuni luoghi (art. 1), tra cui le corsie degli ospedali, le aule scolastiche, le sale d'attesa delle stazioni, i locali chiusi adibiti a pubblica riunione, i cinema, le sale da ballo.
La direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 14-12-1995 ha poi esteso il divieto di fumo ai locali destinati al ricevimento del pubblico per l'erogazione di servizi pubblici e utilizzati dalla pubblica amministrazione, dalle aziende pubbliche e dai privati esercenti servizi pubblici.
Queste norme avevano tuttavia una portata limitata, in quanto escludevano il fumo solo da certi locali e non avevano un impatto notevole sui comportamenti dei fumatori, interferendo poco con le loro abitudini.
I limiti di queste normative sono stati superati con la L. 3/2003 ( Tutela della salute dei non fumatori ), che ha esteso il divieto di fumo a tutti i locali chiusi (compresi i luoghi di lavoro privati o non aperti al pubblico, gli esercizi commerciali e di ristorazione, i luoghi di svago, palestre, centri sportivi), con le sole eccezioni dei locali riservati ai fumatori e degli ambiti strettamente privati (abitazioni civili).
La legge non prevede un obbligo, ma concede la possibilit à di creare locali per fumatori, le cui caratteristiche strutturali e i parametri di ventilazione sono stati definiti con il D.P.C.M. del 23-12-2003, che prevede anche le misure di vigilanza e sanzionamento delle infrazioni.
Tra le altre misure volte alla riduzione della domanda di prodotti del tabacco ci sono le norme relative alla regolamentazione della composizione dei prodotti e all'etichettatura. In particolare, il D.Lgs. 184/2004 stabilisce il tenore massimo di catrame, nicotina e monossido di carbonio delle sigarette, pari rispettivamente a 10 mg/sigaretta, 1 mg/sigaretta e 10mg/sigaretta, con i relativi metodi di misurazione.
Un altro aspetto molto importante è quello dedicato alle nuove norme per l'etichettatura dei prodotti del tabacco, riguardo sia al testo delle avvertenze generali e supplementari stampate sulle confezioni, sia alle caratteristiche grafiche (posizione, dimensioni, carattere e corpo del testo). Per garantire ai consumatori un'informazione pi ù corretta è stato vietato l'uso sulle confezioni di prodotti del tabacco di tutte le diciture, le immagini o gli elementi figurativi ingannevoli, in grado cio è di dare l'impressione che alcuni prodotti siano meno nocivi di altri.
La regolamentazione della pubblicit à è un altro strumento efficace nell'azione di contrasto al fumo.~
La normativa vigente in materia è costituita dalla L. 52/1983.
Con il D.M. 425/1991 è stata inoltre vietata la pubblicit à televisiva delle sigarette e di ogni altro prodotto del tabacco, anche se effettuata in forma indiretta, mediante utilizzazione di nomi, marchi, simboli o altri elementi caratteristici di prodotti del tabacco o di aziende la cui attivit à principale consiste nella produzione e vendita di tali prodotti.
Con il D.Lgs. 300/2004~ è stata regolamentata la pubblicit à e la sponsorizzazione a favore dei prodotti del tabacco aventi carattere transfrontaliero, nonch é la distribuzione gratuita dei prodotti del tabacco a scopo promozionale. È stato cos ì possibile completare il quadro normativo nazionale relativo alla pubblicit à, che ha consentito, a partire dal 2005, di impedire l'uso del marchio di prodotti del tabacco durante i Gran Premi di Formula 1 d'Italia e di San Marino e i Moto GP.
La normativa italiana sul tabagismo regolamenta anche altri aspetti, con l'obiettivo di tutelare la salute dei cittadini, e in particolare dei giovani. Fin dal 1934, il R.D. 2316 stabilisce, all'art. 25, il divieto di vendita e somministrazione di tabacco ai minori di 16 anni, a cui è vietato anche fumare nei luoghi pubblici.
Le leggi volte alla repressione del contrabbando del tabacchi lavorati hanno anche finalit à di salute pubblica. La disponibilit à di prodotti a basso costo favorisce i consumi ed è riconosciuto anche dall'O.m.s. che l'eliminazione di tutte le forme di commercio illecito di prodotti del tabacco, attraverso l'attuazione di norme a livello internazionale e nazionale, costituisce un aspetto essenziale della lotta al tabagismo.