Divisione internazionale del lavoro

Divisione internazionale del lavoro

Ripartizione della produzione mondiale di beni e servizi tra i diversi paesi o aree economiche, specializzate in determinati tipi di attività economica.
Il fenomeno dello scambio (v.), in generale, presuppone una divisione del lavoro (v.) fra i partecipanti, nel senso che ognuno, invece di produrre tutto ciò di cui abbisogna, si specializza nelle produzioni in cui le proprie capacità produttive sono più alte e si procura il resto scambiando le proprie eccedenze con quelle degli altri.
Il fenomeno della divisione tecnica del lavoro vale anche per gli scambi internazionali.
Tale divisione deriva dal fatto che i vari paesi differiscono tra di loro per la diversa dotazione di risorse che ciascuno possiede:
— le risorse naturali, invero, non sono le stesse da paese a paese; così, alcuni paesi non possono produrre determinati beni (ad esempio per mancanza di materie prime, per la incompatibilità di determinate colture con le caratteristiche del suolo ecc.);
— ogni paese ha un determinato patrimonio di mezzi di produzione; pertanto, ogni Stato, in conseguenza dei suoi trascorsi economici e politici, può possedere un rilevante patrimonio industriale o un patrimonio agricolo o zootecnico. Anche le capacità imprenditoriali, la qualificazione dei lavoratori, sono differenti da paese a paese.
Quando i rapporti tra la produttività dei singoli paesi sono divergenti, sorge la convenienza del ricorso al commercio internazionale (v.): più precisamente, lo scambio è vantaggioso quando, tra i due paesi in questione esiste una divergenza di costi comparati (v. Teoria dei costi comparati).