Psicologia della musica

Psicologia della musica
Settore della psicologia applicata che si occupa dello studio dell'evento musicale nei suoi differenti aspetti neuropsicologici, psicoterapici e psicologici, nel tentativo di cogliere le reazioni e i comportamenti che caratterizzano gli individui durante l'ascolto di brani musicali, le strutture del processo creativo che sono alla base della produzione musicale, la relazione tra il simbolismo al quale la musica rimanda e l'elemento emotivo.
1) Neuropsicologia. L'attività neuropsicologica indotta dalla musica è assai complessa: coinvolge infatti ambedue i lobi temporali, il destro nel riconoscimento e nell'esecuzione delle melodie, il sinistro nell'elaborazione del linguaggio e nella composizione. In ambito sperimentale, talune ricerche hanno rilevato la predominanza dell'orecchio sinistro-emisfero destro per i messaggi melodici, la predominanza dell'orecchio destro-emisfero sinistro per i messaggi verbali. La compromissione di una delle diverse capacità implicate nel riconoscimento della musica, come quelle di distinguere tra singoli toni, melodie o ritmi, viene indicata con il termine amusia.
2) Psicoterapia. La psicoterapia si avvale della musica da un lato per la sua funzione catartica, dall'altro per la sua funzione espressiva, particolarmente adatta a esternare quei vissuti pressoché intraducibili nel linguaggio verbale. Utilizzata come esclusiva o insieme ad altre, la terapia con la musica consente all'effetto primario della musica di emergere, facendo cioè in modo che il soggetto colga un'atmosfera psicologica nella quale i legami con gli aspetti consci della personalità paiano più labili e siano invece favorite le condizioni affinché i contenuti più profondi vengano vissuti in modo intenso. Gli effetti secondari, quali la diminuzione della tensione nervosa, l'induzione di riflessi condizionati, l'aumento o la diminuzione di meccanismi difensivi, si accompagnano ad altre manifestazioni che, se debitamente verificate, possono essere utilizzate con finalità terapeutiche. Inoltre, grande importanza riveste la possibilità del paziente di cogliere la musica come un intermediario non pericoloso tra lui e il terapeuta. La musica, inoltre, come elemento suscettibile di esperienze relazionali, viene utilizzata in ambito psicoterapeutico con pazienti assai regrediti, soprattutto affetti da autismo infantile e da psicosi schizofreniche coartate, che rispondono ai tradizionali metodi di intervento in modo carente.
3) Psicoanalisi. La psicoanalisi valuta le risposte affettive date alla musica, che sono in funzione, oltre che dei contenuti dell'opera, dell'identità sonoro-musicale dell'individuo. Secondo Fornari, a quest'ultimo elemento fa riferimento il fenomeno sonoro e di movimento interno che riassume i nostri archetipi sonori, il nostro vissuto sonoro intrauterino e il nostro vissuto sonoro della nascita, dell'infanzia fino alla nostra età attuale. Fornari ha condotto uno studio dettagliato sul significato profondo della musica, correlandolo anch'esso al recupero dell'esperienza uterina.