Lurija, Aleksandr Romanovic

Lurija, Aleksandr Romanovic
Neuropsicologo sovietico (Kazan, 1902 - Mosca, 1977). Fondò nel 1936 a Mosca il Laboratorio di Neuropsicologia; dal 1945 fu professore di neuropsicologia all'Università di Mosca. All'inizio della sua carriera si interessò di psicoanalisi, ed elaborò un metodo motorio combinato che completava il metodo psicoanalitico dell'associazione libera con lo studio delle risposte motorie del soggetto. La svolta negli interessi di L. ebbe luogo, come egli stesso ha più volte ribadito, dopo l'incontro con Vygotskij. Insieme a un altro psicologo, Leontev, si unì a Vygotskij per studiare i fattori socio-culturali dello sviluppo cognitivo. Nei primi anni Trenta avvenne il distacco da Vygotskij, motivato da problemi teorici e dalla difficile situazione ideologica-politica in cui questi si trovava. L. iniziò a studiare medicina, si laureò a Mosca nel 1936 e qui cominciò a lavorare all'Istituto di Neurochirurgia. Con lo scoppio della guerra diresse l'ospedale di riabilitazione neurochirurgica per i feriti di guerra negli Urali meridionali. Fu proprio attraverso lo studio dei soldati cerebrolesi che elaborò una nuova concezione sui disturbi del linguaggio, proponendo la sua nuova teoria nell'opera Afasia traumatica (1947). In questo periodo scrisse, inoltre, due libri: La riabilitazione delle funzioni cerebrali dopo traumi di guerra (1948); e Neuropsicologia del linguaggio grafico (1950). Sulla base dell'osservazione di pazienti afasici e parkinsoniani L. formulò, contro il tradizionale localismo delle funzioni, l'ipotesi secondo cui le funzioni cerebrali sono da intendersi come sistemi funzionali, che investono varie aree cerebrali e non possono essere ascritti a una sola di esse. I disturbi di una determinata area possono determinare la perdita di un'intera funzione, poiché ciascuna area contribuisce per un fattore specifico all'intero sistema funzionale. L. ideò un complesso metodo sperimentale per attribuire un sintomo neurologico a un sistema funzionale preciso e per ricondurre uno specifico disturbo del sistema funzionale a un'area cerebrale determinata. Scoprì la funzione preminente rivestita dai lobi frontali per le funzioni cognitive specificatamente umane: i processi di pianificazione interna subiscono, infatti, delle disgregazioni in seguito a lesioni dei lobi frontali, anche se la capacità di compiere gli atti più semplici di comportamento resta intatta. Le sue opere principali: Le funzioni corticali superiori dell'uomo (1962); La mente di uno mnemonista (1968); L'uomo dal mondo a pezzi: storia di una lesione cerebrale (1971); Introduzione alla neuropsicologia (1973); La neuropsicologia della memoria (1972-1976); Problemi fondamentali della neurolinguistica (1975).