Binswanger, Ludwig

Binswanger, Ludwig
Psichiatra tedesco (Kreuzlingen, Thurgau, 1881 - 1966). Di formazione fenomenologica e jaspersiana, discepolo di Bleurer, amico di Freud e Jung e mediatore delle loro posizioni, B. risentì profondamente della lettura dell'opera di Husserl e Heidegger. La sua prospettiva, nota come analisi esistenziale (Daseinanalyse) o antropoanalisi, si colloca all'incrocio tra psichiatria e fenomenologia. L'esito di questa fusione è un'originale esperienza intellettuale e una notevole riformulazione di scopi e metodi della psichiatria, oltre che una nuova interpretazione dei fenomeni psicopatologici in genere. Nelle sue opere principali (Forme fondamentali e conoscenza dell'esistenza umana, 1942; Tre forme di esistenza mancata, 1956) prende corpo una riflessione che parte dalla critica agli elementi naturalistici della psicoanalisi freudiana. In Freud sopravvive secondo B. il paradigma meccanicistico dell'homo natura (ad esempio nei concetti quantitativi di libido e pulsione). Sulla linea delle ultime opere di Husserl il punto di riferimento centrale di una psichiatria in grado di comprendere il senso del disturbo mentale diventa invece il soggetto come totalità esistenziale, l'heideggeriano Dasein inteso nel suo costitutivo esser-con-gli-altri, cioè nella dimensione dell'intersoggettività. Si tratta di un approccio che mira a riformulare la differenza tra salute e malattia. Il sintomo non è più la spia di un funzionamento morboso o la conversione somatica di un conflitto rimosso ma è esso stesso una modalità del Dasein, anche se difettiva e incompleta. Gli stati psicotici (ad esempio il delirio narrato nell'Inferno di Strindberg, di cui B. fornisce un'impressionante rilettura) si rivelano come forme di mancata strutturazione della soggettività, e in quanto tali come scacco dell'articolazione interumana, indagabili e descrivibili attraverso categorie fenomenologiche: il delirio schizofrenico e la stessa genesi della psicosi sarebbero riconducibili, in questo senso, a stati di crisi della soggettività (percezione, coscienza, temporalità). La psichiatria secondo B. deve costituirsi come scienza dell'esperienza e dottrina fenomenologica della coscienza pura. L'esito è una ricerca di costante interpretazione non naturalistica o organica della malattia mentale, e quasi un ascolto affettivo del sintomo, una lettura del disagio psichico non solo come patologia, ma come momento interno alla storia esistenziale dell'individuo.